Biografia

Alice Mattia

Alice Mattia è nata a Catania il 9 dicembre 2000, dove vive e frequenta il terzo anno della Scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti.

Ha frequentato il Liceo artistico “M.M. Lazzaro”, dove si è diplomata in Arti Figurative.

Ha partecipato a diverse mostre collettive in Sicilia.

Attualmente studia pittura presso l’Accademia, con i docenti Giuseppe Puglisi e Salvo Russo.

È allieva del maestro Piero Corpaci, con il quale ha approfondito temi di pittura realista.

Testo critico

Giovanissima ma già versatile artista, Alice Mattia fonde sapientemente l’eredità tecnico-pittorica trasmessale nella sua formazione con la ricerca di un tratto originale e personale. Le forme accese, solari ed evocative del Mediterraneo trinacrio da cui trae ispirazione si alternano così, nella sua poetica, a una ricerca più intimista, ispirata allo studio delle conformazioni umane e del rapporto che si istituisce fra l’interiorità della vita vissuta e le sue manifestazioni formali e visibili. In quest’ultimo filone rientra la recente indagine sulle ombre, che assurgono a protagoniste di una serie pittorica tesa a sottolineare la dimensione umbratile del mondo fenomenico, in un gioco fra tonalità scure e chiare. La tecnica non più mimetica scopre, in un paradosso ben noto all’arte novecentesca, una realtà “più reale” del reale visibile: l’ombra assurge a “cuore di tenebra” dell’uomo, nei suoi richiami al sé profondo che studiosi come Carl Gustav Jung hanno saputo ampiamente tematizzare.

Luca Siniscalco

Opera rappresentativa

Alice Mattia

Ombre

Olio su tela

50 x 60 cm

Intervista

– Decolliamo volando dritti al punto: cos’è l’arte per te e quando è scoccata la scintilla per intraprendere il tuo cammino artistico?

Non ricordo un momento esatto in cui “è scoccata la scintilla”. Disegnare e dipingere fanno parte della mia vita fin da quando ho memoria, cioè fin da piccola. Gli studi al liceo artistico e all’accademia ne sono una conseguenza naturale.

– Se tu potessi andare a cena con un grande artista passato alla storia, chi immagini al tavolo con te? Siamo curiosi, raccontaci! Di cosa parleresti? Che cosa ti piacerebbe chiedergli?

Mi sarebbe piaciuto conoscere e parlare con Renato Guttuso. A lui avrei chiesto come faceva a interpretare così bene i colori, gli odori e il carattere della Sicilia e dei siciliani. Ad Artemisia Gentileschi, invece, avrei fatto un sacco di domande su come una donna può riuscire a diventare una grande artista. Se è complicato oggi, posso solo immaginare quanto fosse difficile nel ‘600.

– Fai parte del Nuovo Rinascimento e di un’Associazione come “Verso un Nuovo Rinascimento APS” che ha a cuore la diffusione della Bellezza nella nostra società contemporanea, in tutti i settori. Che ruolo ha per te la Bellezza? Diceva Dostoevskij che la Bellezza salverà il mondo, tu cosa ne pensi?

Sì e no. Alla bellezza aggiungerei la cultura. O magari coltivare la bellezza è una conseguenza naturale per chi ama il confronto con la storia, la letteratura e le scienze umanistiche in generale. È un dato di fatto che il senso estetico cambia e cambierà ancora, ma se è vero che l’“aura” delle grandi opere d’arte rimane immutata nei secoli, allora forse un filo rosso di “bellezza” che accomuna l’umanità può rappresentare la base comune su cui fondare una nuova visione umanistica.

– A Milano abbiamo aperto il nuovissimo Centro Leonardo da Vinci Art Expo, centro artistico-culturale di via Carlo Torre 24 dedicato alla Genialità; qual è la tua visione della genialità? Ti è mai capitato di pensare od esclamare la frase, rivolta a te stesso o a qualcun altro: “Sei un genio!” Descrivi, se ti ricordi, la situazione.

Mai pensata una cosa simile per me stessa. E spero che non accadrà mai. Vorrebbe dire che avrei perso il contatto con la realtà. Poi, come tutti, con la testa in aria a guardare la Cappella Sistina è stato facile esclamare “ma che genio!”
La genialità sta, secondo me, nel saper guardare con occhi nuovi cose che tutti abbiamo davanti e, attraverso un’opera d’arte, riuscire a far vedere a tutti quell’aspetto nascosto, quel lato oscuro che finora non era stato notato.

– Una delle prerogative del nostro appuntamento annuale, il “Festival del Nuovo Rinascimento” è quella di unire mondi in apparenza diversi, come l’Arte e l’Economia, la Cultura classica e quella scientifica: tu, da artista, cosa ne pensi?

Lo apprezzo molto. È uno dei motivi che mi ha fatto avvicinare al Nuovo Rinascimento. Viviamo in una realtà estremamente complessa e agli artisti di oggi tocca un compito più difficile che nel passato. “Leggere” tutta la rete che unisce uomini, politica, economia e scienza e restituire delle istantanee che illuminino la strada che porta alla sintesi è il compito degli artisti di oggi. Dalla confusione nasce la paura, che, secondo me, è il vero male del nostro tempo.

– Atterriamo con gusto: sei a cena e dal tavolo puoi ammirare una serie di opere d’arte accompagnate anche da un perfetto sottofondo musicale: raccontaci il tuo menù ideale, dall’antipasto al dolce, vini inclusi. Orsù siamo in Italia!!

Spero di non deludere nessuno, ma io adoro il cibo semplice e senza troppi fronzoli. Di fronte ad una serie di opere d’arte mi basterebbe un panino con la mortadella e una birra fresca.

– Ora che ci salutiamo lascia che il pubblico che ti legge si ricordi di te anche attraverso un tuo pensiero sintetico. La tua frase è:

Ritornando al discorso sulla capacità dell’artista di “digerire” la complessità e di restituire un elemento di riflessione, potrei citare Nietzsche, quando diceva che “bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante”.