Biografia

Emanuela Del Vescovo

Emanuela Del Vescovo nasce a Latina nel 1976. Si diploma al liceo artistico di Latina e all’Accademia di Belle arti di Roma con il massimo dei voti. In questo periodo apprende la tecnica della pittura ad olio e approfondisce lo studio delle opere dei maestri del rinascimento italiano.

Nel 2009 dipinge la Venere rea per la copertina della “favola nera” dello scrittore e editore della Daimond, Simone di Matteo. Nel 2016 la sua opera L’iride del tempo viene scelta per la copertina del libro di poesie Plethora di Antonella Rizzo. Nella mostra personale Come to light del 2017, allo Spazio Comel di Latina, espone opere che manifestano la sua maturità artistica.

Emanuela Del Vescovo espone le sue opere in mostre personali e collettive sul territorio nazionale, partecipa e viene premiata a vari concorsi d’ arte. Le sue opere sono state esposte in permanenza alla galleria Lodi Bros di Lucca e acquistate da collezionisti americani ed europei.

Esegue murales in abitazioni private e luoghi pubblici, ha tenuto corsi di pittura ad olio e di decorazione materica a Pavia e attualmente a Latina nel suo laboratorio d’arte E.D.V., dove continua la sua ricerca e lavora ad opere su commissione. Fa parte dell’associazione culturale e teatrale Grosso Gatto con cui partecipa ad alcuni spettacoli con live painting.

Testo critico

Mitopoiesi archetipale: la poetica del reincanto di Emanuela Del Vescovo

Il ritorno del mito nelle società occidentali, e persino nella cultura pop, è un tema ampiamente dibattuto nell’orizzonte filosofico, antropologico e storico-religioso novecentesco: da Eliade a Culianu, da Campbell a Jung, da Jünger a Kerényi, sterminati sono i riferimenti speculativi ai processi di rimitizzazione e risimbolizzazione del mondo secolarizzato. L’opera pittorica di Emanuela Del Vescovo, con il suo rigore formale e compositivo, offre un inveramento artistico a tali intuizioni teoretiche. Le figure che popolano le tele della Del Vescovo sono infatti riemersioni estetiche di forze elementari e archetipiche: il mito è diffusamente ripreso come tema centrale di una poetica simbolista, talvolta viene anche impiegato come linguaggio per cogliere aspetti inusuali della realtà contemporanea. Con il mito, oltre il mito, dunque. Verso una rilettura dei modelli classici e rinascimentali in una integrazione semantica volta a ribaltare il “disincanto del mondo” (Max Weber) del postmoderno.

Luca Siniscalco

Opera rappresentativa

Emanuela Del Vescovo

Distacco

Olio su tela

80 x 120 cm

Intervista

– Decolliamo volando dritti al punto: cos’è l’arte per te e quando è scoccata la scintilla per intraprendere il tuo cammino artistico?

Penso che l’Arte possieda innumerevoli volti per Essere, un po’ come Dio. Per me è una necessità spirituale che mi porta a intraprendere un percorso in cui conosco me stessa attraverso la pittura. Conoscendo meglio me stessa capisco qualcosa in più del mondo fisico e avverto maggiormente quello spirituale. L’arte è la mia redenzione.

Sono l’ultima di una famiglia numerosa, nella mia memoria ci sono una miriade di episodi conflittuali e rumorosi, tra questi, un’immagine silenziosa: il mio secondo fratello, di spalle, dipinge una Madonna con un manto azzurro, su una tela posta a cavalletto. Una luce abbacinante entra dalla finestra investendo lui e la mia mente. Questo momento di pace e di bellezza è stata la prima scintilla di un amore ancora forte per la Pittura.

– Se tu potessi andare a cena con un grande artista passato alla storia, chi immagini al tavolo con te? Siamo curiosi, raccontaci! Di cosa parleresti? Che cosa ti piacerebbe chiedergli?

Da Fidia a De Chirico sono tanti i grandi artisti che mi piacerebbe incontrare! Magari Michelangelo Buonarroti! La cosa più importante e grande che possa dire un artista lo fa attraverso le sue opere, quindi mi divertirei a sentire i suoi commenti sugli artisti del suo tempo, oppure gli chiederei della sua vita amorosa.

– Fai parte del Nuovo Rinascimento e di un’Associazione come “Verso un Nuovo Rinascimento APS” che ha a cuore la diffusione della Bellezza nella nostra società contemporanea, in tutti i settori. Che ruolo ha per te la Bellezza? Diceva Dostoevskij che la Bellezza salverà il mondo, tu cosa ne pensi?

Sono felice dell’esistenza di quest’Associazione e mi auguro che i suoi principi vengano ampiamente diffusi. Non so se la Bellezza salverà il mondo, lo rende sicuramente un luogo migliore da vivere. La Bellezza rasserena i cuori, innalza lo spirito, placa l’innata violenza dell’essere umano e questo potrebbe far finire il mondo meno in fretta di come sta avvenendo.

– A Milano abbiamo aperto il nuovissimo Centro Leonardo da Vinci Art Expo, centro artistico-culturale di via Carlo Torre 24 dedicato alla Genialità; qual è la tua visione della genialità? Ti è mai capitato di pensare o esclamare la frase, rivolta a te stesso o a qualcun altro: “Sei un genio!”. Descrivi, se ti ricordi, la situazione.

La genialità sta nel trovare soluzioni nuove ed efficaci a quesiti già conosciuti. Queste intuizioni e manifestazioni cambiano la visione e la storia dell’uomo. Lo studio della conoscenza che l’umanità ha accumulato nel tempo, attraverso i testi e le opere, l’acuta osservazione della realtà naturale e una grande forza emotiva possano far produrre ad una persona delle cose buone ma i

Geni le considero persone venute dal futuro a dirci cose prima del compimento del tempo necessario per essere maturate dai molti.
Non mi viene in mente una situazione particolare in cui ho esclamato la frase menzionata, in generale la penso quando persone dissacranti si esprimono al di là delle forme consentite dalla gran fetta della società ipocrita.

– Una delle prerogative del nostro appuntamento annuale, il “Festival del Nuovo Rinascimento” è quella di unire mondi in apparenza diversi, come l’Arte e l’Economia, la Cultura classica e quella scientifica: tu, da artista, cosa ne pensi?

Penso che siano mondi diversi ma non separati. Nel Rinascimento del ‘400 e del ‘500 ci sono stati grandi mecenati che hanno dato la possibilità agli artisti di creare opere d’arte meravigliose, e le opere d’arte, oggi, fanno girare parecchio denaro. La cultura classica e quella scientifica sono ognuna la metà della circonferenza di un cerchio, si completano a vicenda. Quindi penso che se il Festival del Nuovo Rinascimento riesce a mettere bene in relazione questi mondi fa un’operazione giusta e importante, tanto per chi l’arte la pratica quanto per chi ne fruisce.

– Atterriamo con gusto: sei a cena e dal tavolo puoi ammirare una serie di opere d’arte accompagnate anche da un perfetto sottofondo musicale: raccontaci il tuo menù ideale, dall’antipasto al dolce, vini inclusi. Orsù siamo in Italia!!

Non mangio animali terrestri ma amo quelli marini!! Per cui il mio menù ideale è:
Antipasto misto di mare
Paccheri con pesce spada
Frittura calamari e gamberi
Cheesecake alle fragole
Vino bianco Antinoo, Casale del giglio.

– Ora che ci salutiamo lascia che il pubblico che ti legge si ricordi di te anche attraverso un tuo pensiero sintetico. La tua frase è:

Non esiste una sola verità, ne esistono tante e si trasformano continuamente.