Biografia

Paola Mattioli

Paola Mattioli è nata a Bologna il 27 novembre 1962 da padre medico dermatologo e madre casalinga.

Gli anni formativi saranno per l’autrice quelli della scuole superiori, durante la cui frequentazione scopre la magia e la bellezza dello scrivere. Per motivi lavorativi questa passione s’interrompe per un lungo periodo di tempo, per riprendere dopo la morte di sua madre nel 2006. È in questa fase della sua vita che lo scrivere diventa per lei necessario, essenziale.

Paola Mattioli ha partecipato a diverse edizioni del “Festival del Nuovo Rinascimento” (Lucca 2017 – 2° edizione, Milano 2019 – 5°edizione, Milano 2022/2023 – 7° edizione) e rientra tra gli “Autori in permanenza al Centro Leonardo da Vinci Art Expo Milano”.

Recensione

Come affermava Novalis: “L’uno nel tutto e il tutto nell’uno, l’immagine di Dio nell’erbe e nelle pietre, lo spirito di Dio negli uomini e negli animali, di questo dobbiamo compenetrarci”.

La sensibilità poietica di Paola Mattioli approda a questa dimensione panteista grazie a una rara facoltà di individuare quel filo che unisce l’immanente al trascendente, rendendosi essa stessa mediatrice tra il finito e l’infinito. Un legame di cui la poetessa bolognese riesce a rendere partecipe il lettore il quale diviene parte attiva delle esperienze sensoriali dell’autrice.

Le sue raccolte liriche, a iniziare da Vorrei fino alla recente A piccoli passi, traducono le esperienze percettive in un immaginario metafisico in cui a dominare è la rappresentazione onirica. La natura diventa scenario elettivo da cui attivare connessioni in una sublimazione appagante dei sensi volta a dimostrare che ogni singolo elemento acquista la sua valenza in quanto parte integrante della globalità.

In questa teleologia poetica, come si potrebbe definire l’arte creativa di Paola Mattioli, la celebrazione della bellezza del creato diventa un tutt’uno con le ombre malinconicamente nostalgiche di una infanzia irrimediabilmente trascorsa. Età dell’innocenza di cui l’autrice è riuscita a preservarne il candore e la purezza attraverso la mirabile attitudine di osservare la realtà con gli occhi di un bambino.

Stefania Romito

Libro

Paola Mattioli

Viera - Ricette e proverbi romagnoli - Antipasti e Primi

L’amore per il cibo non è solo fine a se stesso in Romagna, è tradizione storica e cultura di questa terra forte e generosa, della sua gente sincera e passionale.

Oggi, come allora, la vera amicizia nasce a tavola, gustando una piadina calda farcita con prosciutto o squacquerone, godendo di un buon piatto di cappelletti in brodo, condividendo la gioia di un buon bicchiere di Sangiovese.

Intervista

– Decolliamo volando dritti al punto: cos’è la scrittura per te e quando è scoccata la scintilla per intraprendere il tuo cammino in qualità di scrittore?

La scrittura è parte di me, è la mia migliore amica, non potrei stare senza di lei mi sentirei vuota. La scintilla è scoccata all’età di vent’anni scrivendo le prime poesie, ma sin da bambina amavo la poesia, le imparavo a memoria dando un senso alle parole, facendo le pause, da ragazza amavo moltissimo la letteratura, i poeti, le loro poesie, entravo nel loro mondo malinconico e sentivo un tutt’uno con loro.

– Se tu potessi andare a cena con un grande autore passato alla storia, chi immagini al tavolo con te? Siamo curiosi, raccontaci! Di cosa parleresti? Che cosa ti piacerebbe chiedergli?

A cena andrei volentieri con Giovanni Pascoli, mi piacerebbe che mi parlasse del fanciullino, di come è nata questa idea e vorrei un approfondimento di questo argomento perché mi incuriosisce particolarmente.

– Fai parte del Nuovo Rinascimento e di un’Associazione come “Verso un Nuovo Rinascimento APS” che ha a cuore la diffusione della Bellezza nella nostra società contemporanea, in tutti i settori. Che ruolo ha per te la Bellezza? Diceva Dostoevskij che la Bellezza salverà il mondo, tu cosa ne pensi?

La bellezza per me ha un ruolo fondamentale, soprattutto quella interiore, un’anima bella, pura non è così scontata al giorno d’oggi, niente dovrebbe essere scontato, neppure la bellezza. Il pensiero di Dostoevskij è anche il mio, solo la bellezza può dare un nuova immagine a questo mondo zoppicante, dove i valori non sono riconosciuti e le anime di ognuno di noi sono perse.

– A Milano abbiamo aperto il nuovissimo Centro Leonardo da Vinci Art Expo, centro artistico-culturale di via Carlo Torre 24 dedicato alla Genialità; qual è la tua visione della genialità? Ti è mai capitato di pensare od esclamare la frase, rivolta a te stesso o a qualcun altro : “Sei un genio!” Descrivi, se ti ricordi, la situazione.

La genialità è essenziale per me, è fondamentale trovare persone che abbiano questa qualità per dare un volto nuovo al mondo, per trovare nuove strade per la crescita in tutti i campi. A tal proposito ho pensato a mio nonno Silvestro che ha inventato la pinza tagliafili nella prima guerra mondiale e a me quando ho voluto unire le poesie dei vent’anni e dei quarant’anni per farne un libro.

– Una delle prerogative del nostro appuntamento annuale, il “Festival del Nuovo Rinascimento” è quella di unire mondi in apparenza diversi, come l’Arte e l’Economia, la Cultura classica e quella scientifica: tu, da scrittore, cosa ne pensi?

Ogni forma di cultura è importante e necessaria per il nostro mondo così privo di arte, l’unione fa la forza in ogni campo della vita, perché ci permette di condividere e apprezzare il vero senso dell’arte. La diversità unisce sempre e permette a tutti noi di conoscerla in profondità e imparare nuove realtà che sono essenziali per la nostra cultura italiana e straniera.

– Atterriamo con gusto: sei a cena e dal tuo tavolo puoi ammirare una splendida libreria che espone volumi di vari generi letterari, a fianco vedi anche un leggio che espone la Divina Commedia; il tutto è accompagnato da un perfetto sottofondo musicale: raccontaci ora il tuo menù ideale, dall’antipasto al dolce, vini inclusi. Orsù siamo in Italia!!!

In un’atmosfera così calda e magica, ho tra le dita soltanto un calice di vino rosso frizzante che mi accompagna a godere, annusare e sfogliare con cura le pagine di un buon libro. Osservando e toccando con leggerezza un leggio antico, mi soffermo a leggere qualche pagina del grande capolavoro che è la Divina Commedia, sempre con in mano il mio calice di vino rosso frizzante. E cosa chiedere di più di una serata così, tra le pagine di un buon libro e un buon vino rosso!

– Ora che ci salutiamo lascia che il pubblico che ti legge si ricordi di te anche attraverso un tuo pensiero sintetico. La tua frase è:

Ascoltare se stessi e non dare nulla per scontato e vivere il qui e ora.