Biografia

Liliana Russi

Liliana Russi, classe 1950, nasce a Milano e vi rimane fino all’età di 26 anni, quando si trasferisce a Monza. Sin da bambina custodisce il dono della capacità pittorica, che le viene riconosciuto, via via, attraverso il conferimento di diversi riconoscimenti.

L’artista lo coltiva come autodidatta cimentandosi, dapprima, nella pittura su ceramica e porcellana, che sperimenta sotto varie forme e avvalendosi di diverse tecniche. In seguito (precisamente nel 2010) decide di intraprendere un percorso imperniato sulla pittura ad olio e sull’informale, affrontando, conseguentemente, la frequentazione di una scuola d’arte.

Decisivo, per l’evoluzione del suo percorso artistico, si dimostra l’incontro con Davide Foschi (Metateismo) e il movimento culturale milanese Nuovo Rinascimento, al quale l’artista decide di aderire e che la vede protagonista, con diversi altri artisti, del Festival del Nuovo Rinascimento, a Trento nel 2018.

Da lì la produzione della pittrice continua copiosa, e la vede “camminare”, congiuntamente, con il movimento artistico di Milano. Tra i suoi ultimi successi si annoverano la mostra personale a Villa Borromeo d’Adda (Arcore) a maggio 2022 e la sua partecipazione alla mostra concorso della 7° edizione del Festival del Nuovo RinascimentoNel mezzo del Cammin… tra guerra e pace” che l’ha vista vincitrice con il voto della Giuria popolare. È tra gli artisti in mostra permanente del Centro Leonardo da Vinci – Art Expo per il 2022 e per il 2023.

FRASE RAPPRESENTATIVA DELL’ARTISTA
“Amor vincit omnia”

Profezie

Visioni d’Arte per un futuro di speranza

Personale di Liliana Russi


Testo critico

Nell’incauto vagare umano, tra una caduta, un sobbalzo e un’ascesa repentina, talvolta occhieggiano bagliori che colmano l’animo di luce.

Sono le ispirazioni, perle preziose indotte dalla corrente sulla battigia dell’esistenza. Liliana Russi raccoglie queste perle, non per custodirle gelosamente ma per farne dono attraverso l’elargizione della sua arte munifica che, a sua volta, è regalo celeste.

Quella di Liliana Russi è una pittura profondamente emozionale ed evocativa che si dipana attraverso rimandi e corrispondenze arcane. L’artista conosce le segrete scorciatoie dello spirito e ci invita a percorrerle attraverso sentieri di colore mai casuali.

Questa ricerca di nessi segreti tra le cose può richiamare alla memoria i celebri versi di Eugenio Montale: «sotto l’azzurro fitto / del cielo qualche uccello di mare se ne va; / né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto: / “più in là”!»

Nelle opere di Liliana Russi tutto è simbolo e anche gli angeli conoscono il sibillino linguaggio della metafora: persino il “divino” Raffaello, artista e maestro dell’anima, ama mimetizzarsi tra piume sovrumane, come un messo celeste in incognito.

L’informale materico, l’astratto o il figurativo, la tecnica mista o l’acrilico, non sono che categorie attributive. Sono mezzi, pur sublimemente condotti, che Liliana Russi adopera per far emergere l’essenza purissima e incontaminata delle opere.

Questa è la missione, divinamente ispirata, dell’artista: liberare l’angelo incatenato nella materia per elevare ed elevarsi nello spirito assieme a lui.

Angela Patrono

Opera rappresentativa

Liliana Russi

Abbraccio neoplatonico

Tecnica mista materica su tela

70 x 80 cm

Galleria opere

Intervista

– Decolliamo volando dritti al punto: cos’è l’arte per te e quando è scoccata la scintilla per intraprendere il tuo cammino artistico?

Per me l’arte viene rappresentata in innumerevoli settori. Ritengo che l’artista non sia solo colui che si cimenta in discipline comunemente chiamate “artistiche”.
Ogni essere umano che, nel suo genere, riesce a mettere in campo la propria creatività, che si distingue dalla normalità, è “artista”.

Nel mio caso specifico, arte è fermare tutto ciò che scorre innanzi ai miei occhi, per portarlo nell’interiorità del mio essere, cosicché materia e spirito, in comunione, portano in visione, attraverso forme e colori, anche il sentire della mia anima.

Mentre dipingo amo raccontarmi senza timori e remore, portando alla luce l’invisibile che, nel pudore di sentimenti, in altro modo non riuscirei.
Non so dire quando sia scattata la scintilla in quanto, sin da piccolissima, il cimentarmi nella pittura fu rifugio da piccole sofferenze e motivo di appaganti soddisfazioni.

– Se tu potessi andare a cena con un grande artista passato alla storia, chi immagini al tavolo con te? Siamo curiosi, raccontaci! Di cosa parleresti? Che cosa ti piacerebbe chiedergli?

A cena con me vorrei due donne: Artemisia Gentileschi e Marina Abramovich. Penso che la cena potrebbe essere un modo interessante per vivacizzare, argomentando, le scelte dell’una e dell’altra in quanto totalmente diverse.

Artemisia che, pur essendo vissuta vari secoli fa, diventa simbolo del femminismo internazionale a causa dello stupro subito, mettendo in campo la sua forza e determinazione nell’affermare la verità e testimoniando la violenza subita, la portano ad accettare con grande coraggio persino la tortura fisica e denuncia, anche attraverso le sue opere, le molestie e il potere maschile. Artemisia libera la luce della propria anima e la porta in visione sulla tela.

Marina, una delle massime esponenti donna dell’arte contemporanea che sceglie il proprio corpo per rappresentarla, con performance estreme, anche nella femminilità, attraverso la sessualità, sperimentando i confini della resistenza fisica e psicologica. Marina trasforma se stessa in una tela ben visibile procurandosi tortura e violenza nel liberare la luce della propria anima.

A due donne femministe, pur nella loro totale diversità, chiederei: Artemisia e Marina, da quale luce attingete per realizzare le vostre opere? Non so se aspetterei la loro risposta, ma mi direi: nessuno di noi può entrare nell’anima dell’altro, per comprendere le scelte che da essa ne derivano…. le abbraccerei tutte e due portandole ad una serena e gioiosa convivialità.

– Fai parte del Nuovo Rinascimento e di un’Associazione come “Verso un Nuovo Rinascimento APS” che ha a cuore la diffusione della Bellezza nella nostra società contemporanea, in tutti i settori. Che ruolo ha per te la Bellezza? Diceva Dostoevskij che la Bellezza salverà il mondo, tu cosa ne pensi?

La bellezza si esprime in tantissimi modi. Belle sono le forme che la natura ci dona, belli sono i colori che illuminano il grigiore di vite spente, bello è cogliere sguardi sinceri e amorevoli, bello è vedere in quegli occhi la luce che solo l’amore di un’anima buona riesce a mostrare.

La bellezza suscita emozione solo se guidata da un cuore aperto all’amore: bellezza e amore vanno a braccetto!!! Amare per creare bellezza rappresenta il mio obbiettivo primario, cercando di superare le difficoltà, nulla è facile per una vita in verità.

La bellezza salverà il mondo? Sì, lo salverà, non c’è male più forte del bene, il bene vince il male e la bellezza ci salverà.

– A Milano abbiamo aperto il nuovissimo Centro Leonardo da Vinci Art Expo, centro artistico-culturale di via Carlo Torre 24 dedicato alla Genialità; qual è la tua visione della genialità? Ti è mai capitato di pensare od esclamare la frase, rivolta a te stesso o a qualcun altro : “Sei un genio!” Descrivi, se ti ricordi, la situazione.

Per me geni si nasce, non si diventa. Genio è colui che va oltre i comuni mortali, esprime la propria genialità “o dote innata”, apportando innovazioni, tali da sorprendere qualsiasi immaginario.

Mi è capitato di chiamare “genio” un ragazzo dotato di notevole intelligenza, non tanto perché lo considerassi tale, ma per incoraggiarlo ad utilizzare sempre più il proprio potenziale.

– Una delle prerogative del nostro appuntamento annuale, il “Festival del Nuovo Rinascimento” è quella di unire mondi in apparenza diversi, come l’Arte e l’Economia, la Cultura classica e quella scientifica: tu, da artista, cosa ne pensi?

Il “Festival del Nuovo Rinascimento” regala l’opportunità meravigliosa di confronto nella propria disciplina artistica, ognuno ha la possibilità di apprendere dall’altro, arricchendo il proprio bagaglio di conoscenza. Inoltre, dà la possibilità di ampliare la propria visione anche in settori artistici che non ci appartengono, alimentandone curiosità ed interesse.

– Atterriamo con gusto: sei a cena e dal tavolo puoi ammirare una serie di opere d’arte accompagnate anche da un perfetto sottofondo musicale: raccontaci il tuo menù ideale, dall’antipasto al dolce, vini inclusi. Orsù siamo in Italia!!

A cena mi godo in tutta tranquillità “La Pietà” di Davide Foschi, alla ricerca di nuovi segni e immagini rivelatrici.

Inizio l’aperitivo con crostini rustici e lardo di Colonnata, olive all’ascolana e tocchetti di Parmigiano Reggiano 80 mesi, il tutto accompagnato da Ferrari Perlé Rosé annata 2016.

Proseguo con antipasto di paté de foie gras e paté di milza su crostoni di pane toscano, e aggiungo prosciutto di Cinta Senese. Nel frattempo scopro nuove informazioni rivelatrici dall’opera di Foschi e mi compiaccio di esserne io la latrice per l’umanità. Vengo distratta da un intenso e inconfondibile profumo, ed ecco davanti a me tagliolini freschi, rigorosamente fatti a mano, con tanto tartufo d’Alba, mi inebria, che godimento, vera estasi!!!

Siamo al secondo: petto d’anatra arrosto e contorno di mela e pinoli, il tutto accompagnato da uno squisito Brunello di Montalcino. Concludo con tortino di cioccolato su letto di crema di pistacchio e qualche coppa di Ferrari Carano Perlé bianco, hum!!! Ma quando? È un sogno, sognar non costa nulla…

– Ora che ci salutiamo lascia che il pubblico che ti legge si ricordi di te anche attraverso un tuo pensiero sintetico. La tua frase è:

“L’AMORE VINCE SEMPRE”