Chiunque si addentri nei meandri spesso ostici della ricerca spirituale deve, prima o poi, sostare con reverenza alle porte del Mistero. Anche il cercatore di senso più rodato, una volta giunto alla sala del tesoro, arretra sulla soglia per arrendersi all’inconoscibile. Liliana Russi, pur riconoscendo la portata inesauribile dell’arcano enigma, è pioniera nell’esplorare territori celesti attraverso l’arte, passepartout che le consente una via privilegiata all’Incontro. Non ha paura di indugiare nella sua anamnesi del trascendente, pur non volendola svelare apertamente. Ci pensa il linguaggio pittorico a farsi portavoce, messaggero e alleato, per comunicare verità sovrasensibili a chiunque abbia, per dirla con Dante, «intelletto d’amore».
Quando l’arte compie l’ardua impresa della coniunctio oppositorum, riconciliando le istanze smarrite negli anfratti della mente umana, si verifica l’evento straordinario che sfocia nel miracolo: i frammenti dispersi dell’io trovano il ricongiungimento nell’unità del Sé; la realtà non è più così temibile, se la si osserva in controluce. Liliana Russi propone un percorso dell’anima volto ad attraversare il ponte levatoio che unisce (e separa) spirito e materia, a costo di arrampicarsi sull’altura franosa del dubbio o di guadare il torrente in piena dell’emotività. Nelle sue opere niente è lasciato al caso, tutto è disegno nel Disegno, le non-regole creative sono inscritte nel profondo e si svelano gradualmente, nell’andamento spiraliforme del processo, sotto la fulgida guida di un raptus superiore.
L’artista indaga le contraddizioni dell’animo umano senza sottoporlo a interrogatori incalzanti, ma piuttosto accogliendolo nella sua totalità, in un’esplorazione dal tenore metafisico che reca con sé un’ampiezza di visione. Nel suo vibrato materico, la pittura non sottomette l’espressione al dominio incontrastato della forma. Al contrario, si fa esplosione primordiale, arabesco di luce e colore, lasciando che sia la spontaneità della creazione a creare congeniali alchimie tra immagine e senso. Il valore dell’artista come veicolo, tramite, mitologico psicopompo al limitare dei mondi, è indicato da indizi simbolici, chiavi di portali iniziatici, suggerimenti disseminati per la via da araldi invisibili.
Liliana Russi è consapevole che l’arte è una missione; non è facile scappatoia, né blando anestetico: è sincera adesione al respiro universale che pervade l’essenza di ogni cosa. È lei a sceglierci, e al suo cospetto non si può che inchinarsi, perché la sua natura è la stessa dell’Amore senza definizioni. Per questo l’artista riveste di messaggi salvifici le infinite possibilità della materia. Per questo la sua pittura attraversa sentieri in perenne mutamento. È un ciclo in perpetua espansione; è sagoma decisa, è vigore geometrico; è pulsazione frastagliata o rivolo ribelle; ma sempre, in ogni sua espressione, il colore diviene energia raddensata in materia. E in questa potente espressione artistica, che è un meraviglioso pellegrinaggio iniziatico, sembrano risuonare i versi di Rainer Maria Rilke: «Giro attorno a Dio, all’antica torre, / giro da millenni; / e ancora non so se sono un falco, una tempesta / o un grande canto».
– Angela Patrono
Informazioni sulla mostra
Inaugurazione: giovedì 21 settembre ore 18:30
Orari di apertura al pubblico: Lunedì – giovedì dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 16:30 Venerdì dalle 10:00 alle 14:30 Sabato e domenica chiuso